La gestione della Sanità da parte del Governo provinciale negli ultimi quattro anni è stata caratterizzata da un sostanziale immobilismo per non dire fallimento: non è decollata una struttura strategica come il Nuovo Policlinico del Trentino, con clamorosi errori nella gestione della gara per l’aggiudicazione dell’appalto che hanno portato alla transitoria aggiudicazione ad una ditta il cui progetto è stato poi clamorosamente bocciato dalla Conferenza dei Servizi, con una infinita sequela di ricorsi giudiziari dovuti ad una gestione pasticciata delle procedure da parte della Provincia.
La stessa sede prescelta per la localizzazione del nuovo ospedale desta non poche perplessità ed è stata pesantemente condizionata dalla scelta del Presidente Fugatti di realizzare, con ingenti spese a carico dell’ente pubblico e senza adeguate garanzie di sicurezza, nella ampia zona di San Vincenzo, di circa 27 ettari, un’ “arena musicale” il cui utilizzo per ora è stato limitato esclusivamente per il concerto di Vasco Rossi ed il cui futuro sviluppo è denso di incognite con una prevaricazione inaccettabile, da parte della Giunta Provinciale, delle competenze urbanistiche del Comune di Trento.
Il vecchio Santa Chiara dovrà continuare ad esercitare, con nuove ingenti spese necessarie per garantirne la sopravvivenza, il suo ruolo di primo riferimento del sistema ospedaliero provinciale in una situazione di gravissime carenze strutturali, come le camere a 6 letti ad utilizzo promiscuo con servizi igienici assolutamente inadeguati, con gravi disagi per pazienti ed operatori sanitari.
Persiste, anzi si è aggravato, il problema delle liste d’attesa per le prestazioni sia ambulatoriali che ospedaliere.
Si è proposta l’idea di realizzare reparti specialistici negli ospedali di valle in una situazione di grave carenza di medici specialisti che costringe al ricorso a liberi professionisti “gettonisti” retribuiti a tariffe scandalose.
Non si è minimamente tentata una riorganizzazione della medicina territoriale come è apparso purtroppo evidente nel periodo di pandemia.
Di seguito le proposte per una riorganizzazione razionale del Sistema Sanitario del Trentino.
- Potenziamento della medicina territoriale con spostamento di molte attività, oggi affidate ad ambulatori ospedalieri, dall’ospedale alle Case di Comunità gestite dai medici di base tra loro associati adeguatamente supportati da personale amministrativo per diminuirne le incombenze burocratiche e consentire loro di dedicare più tempo alle attività mediche
- Promuovere idonea integrazione fra le Case di Comunità ed i servizi sociali con particolare attenzione all’assistenza di anziani e fragili
- Realizzazione nei tempi più rapidi possibili del nuovo Policlinico Universitario che dovrà fungere, oltre che da struttura strategica per la formazione del personale medico e degli specialisti, anche da ospedale di secondo livello in stretto collegamento con gli ospedali di valle ai quali fornirà supporto per le attività specialistiche periferiche
- Consentire la mobilità del personale medico dagli ospedali di valle verso il policlinico universitario e viceversa in modo da realizzare un continuo interscambio di formazione ed esperienze evitando così l’isolamento professionale in strutture con scarsa casistica
- Realizzare un vero decentramento dell’attività specialistica ambulatoriale nelle valli in modo da evitare la necessità di viaggi verso il capoluogo riducendo al minimo possibile le liste di attesa