L’ennesimo capitolo della vicenda dell’Ospedale di Cavalese lascia oltremodo perplessi.
Se si fosse perseguita la strada originaria, già finanziata nella scorsa Legislatura, si sarebbe forse oggi in dirittura d’arrivo. Cambiare strategia (per puntare invece su una nuova localizzazione) è legittimo, naturalmente, per una nuova Amministrazione. Serviva e serve però avere le idee chiare e seguire un metodo altrettanto chiaro.
Invece, prima ancora di dichiarare il nuovo obiettivo, si è accreditata – per usare un eufemismo – l’iniziativa privata da parte di un gruppo di imprese che hanno elaborato un progetto da realizzare su un’area avente destinazione urbanistica assolutamente incompatibile.
Di fronte alle proteste di molti Comuni e di vari esponenti istituzionali della Valle di Fiemme, per mesi e mesi la Giunta ha di fatto “coperto politicamente” questa iniziativa privata, assunta in maniera quantomeno inusitata.
Si è così creata in Valle una divisione lacerante attorno ad una ipotesi ora accantonata. Insomma, di fatto, attorno al nulla.
Con momenti di comprensibile imbarazzo tra gli amministratori locali: qualcuno ne era informato ma, pare, con il vincolo della riservatezza; altri ne avevano inteso forse parlare da qualche esponente politico di Valle; molti ne erano totalmente ignari.
Oggi, a poche settimane dal voto di ottobre e dunque al lume di candela della Legislatura, si annuncia una nuova “risolutiva” procedura.
Non si è capito se ciò comporta la revoca totale o solo parziale della precedente deliberazione della Giunta, peraltro soggetta a ricorso amministrativo.
Non si conoscono gli elementi di base degli studi di fattibilità economico-finanziaria della proposta, se esistono. Difficili da fare, peraltro, se prima l’ente pubblico, con le sue procedure, non individua la localizzazione.
Non si hanno notizie del progetto di politica sanitaria che la supporta.
Nè vi è chiarezza su quale sia la procedura che si intende adottare in rapporto alla normativa sugli appalti pubblici, anche in riferimento agli atti già assunti dalla Giunta.
Nulla si sa, infine, circa le ipotesi di futuro utilizzo della struttura attualmente adibita ad ospedale.
Resta – a quanto pare – un unico elemento certo: la retromarcia della Giunta sulla ipotesi caldeggiata per mesi e mesi e sulla quale si è voluta, politicamente, una forzatura divisiva tra i Municipi e tra la popolazione.
Molto difficile in questo modo costruire una “concertazione” con i territori che sia vera, efficace, trasparente e non di pura facciata.