Le celebrazioni dell’Accordo Degasperi-Gruber ricordano la scommessa riuscita di risolvere pacificamente problemi di confine e complesse questioni identitarie, superando macro e micro nazionalismi. La sezione giovanile di Campobase intende riflettere sulla responsabilità e l’eredità storica di questo Accordo e del percorso di costruzione dell’Autonomia che ne è conseguito. Nato come esempio lungimirante di dialogo e diplomazia tra due Stati, l’Accordo ha recuperato una storia antica di relazioni tra i nostri territori alpini ed ha posto la prima pietra per un futuro fondato sulla collaborazione istituzionale. Ciò ha consentito lo sviluppo di un’Autonomia che non è semplice “decentramento statale di funzioni” ma il riconoscimento di una peculiare forma di “Comunità Autonoma”. Tutto questo non va solo celebrato ritualmente ogni 5 settembre, ma vissuto come “diritto-dovere” di tutti ad una Autonomia necessariamente dinamica e innovativa, costantemente in cammino e adeguata al contesto culturale e sociale in continua evoluzione. I giovani di Campobase ritengono che essa debba perciò rispondere soprattutto alle esigenze, ai linguaggi, alle attese delle nuove generazioni. In questa cornice, come affermava Bruno Kessler, è essenziale non avere “un Trentino piccolo e solo” ma maturare la convinzione e la forte consapevolezza che l’eredità storica a cui siamo chiamati a rispondere esige di superare i rischi di “lontananza” e di indifferenza reciproca tra Trento e Bolzano e Innsbruck. Le sfide sociali, economiche e climatiche che interesseranno la nostra Comunità Autonomia possono trovare risposta solo con forme di collaborazione e di confronto con questi territori, nel quadro più ampio di una rinnovata alleanza delle Terre Alte Alpine, evitando così ogni forma di localismo e di autoreferenzialità e resistendo alla penetrazione dei modelli delle grandi pianure metropolitane. Sotto questo profilo, il contributo convinto e deciso del Trentino ad un progetto di “Regione Europea” che faccia evolvere in via sperimentale l’attuale GECT, è fondamentale per rinnovare il senso della nostra Autonomia in chiave di collaborazione transfrontaliera, in un’ottica europea, plurilinguistica e pluriculturale. Senza nostalgie e retoriche, ma con spirito aperto alle sfide del futuro. Le nuove generazioni devono essere in prima fila in questo progetto, perché sono in primo luogo esse che avrebbero tutto da perdere se lo spirito di una Autonomia aperta e di “relazione” declinasse verso una triste deriva di banale gestione “amministrativa” di ciò che esiste. Una Autonomia come la nostra non può stare ferma, mentre tutto – dentro ed intorno a noi – cambia in modo radicale e rapido. Autonomia, per noi, è sogno collettivo; innovazione; apertura di nuovi, inediti sentieri; sperimentazione di reti comunitarie e di politiche lungimiranti; rifiuto del pensiero comodo ed omologato. E senza questo respiro esigente, le nuove generazioni non potranno avere l’orgoglio e la responsabilità di una vera “cittadinanza autonomistica”.
Sezione Giovanile di Campobase